Ferrata del Caldanello. CERCHIARA DI CALABRIA, Cosenza (Italy)


" ATTENZIONE " la parete si trova all'interno del Parco Nazionale del Pollino, massimo rispetto dell'ambiente, ricordate di portare via tutta la spazzatura comprese le cicche di sigaretta.

A Cerchiara di Calabria, bellissimo paesino della zona orientale del Parco, posto su un roccione a strapiombo sulla forra del torrente Caldanello, alle pendici del monte Sellaro, è stata attrezzata una divertente via ferrata definita "Ferrata della Gravina" o "Ferrata del caldanello; si divide in due tratti che si snodano sulle opposte pareti della forra. Salendo a Cerchiara provenendo da Francavilla, bisogna attraversare tutto il paese, per poi imboccare, poco prima dell'ultima grande piazza, una traversina sulla sinistra contrassegnata dalle bandierine bianco - rosse del CAI. Scendere fino al depuratore e da qui arrivare nel fondo della gola percorrendola in discesa per una cinquantina di metri fino al punto in cui si restringe nei pressi di una briglia: qui iniziano le due vie.Quella di sinistra parte pressochè in orizzontale, e dopo uno spigolo porta al primo tratto verticale. Qui bisogna fare molta attenzione perchè non ci sono pioli intermedi che possano frenare un eventuale caduta o servire da appoggio. Segue un altro tratto ripido e subito dopo altri 6/7 metri quasi verticali ed esposti sul filo di una crestina (è presente un piolo intermedio). Quindi una lunga cengia , prima esposta e poi, per un breve tratto, non attrezzata in quando facile, porta al punto tecnicamente più impegnativo: un altra parete poco più alta delle prime, ma molto più liscia e naturalmente senza nessun piolo tra base e sommità della stessa. Superata questa difficoltà, altri brevi e facilissimi passaggi portano in due minuti ai ruderi del castello di Cerchiara che segnano la fine dell'ascesa. Si può tornare alla macchina in circa 10 minuti proseguendo fra i vicoli verso il centro del paese per poi risalire lungo la strada principale, oppure ripercorrere la ferrata in discesa. Per quanto riguarda il tratto sulla destra idrografica del torrente, è spettacolare il primo tratto, che porta subito su una liscia parete di circa venti metri che scende a picco nel fondo della forra. Qui bisogna calarsi verticalmente per 4/5 metri per immettersi poi su una stretta cengia che sale in diagonale, sempre esposta sulla stessa parete, che man mano che si prosegue aumenta d'altezza, fino ad un esposto passaggio in un diedro dove i 50/60 metri che ci separano dal fiume, si vedono tutti, perfettamente verticali sotto i nostri piedi. Da qui in poi si continua a salire sfruttando delle cengie, ma senza emozioni, fino a che tutto finisce a metà parete e bisogna tornare indietro.Il consiglio è quello di percorrerle entrambe in salita e in discesa, anche perchè il tutto è fattibile in un pomeriggio. La difficoltà complessiva delle due vie è valutabile come PD, anche se aumenta a D nei singoli passaggi verticali per la mancanza di frazionamenti.

relazone tecnica dell'amico Massimo Gallo.

La relazione è stata pubblicata intenzionalmente per gli escursionisti esperti che intendono fare il percorso.

Si consiglia comunque l'ausilio di Guide esperte e si evidenzia, oltre alla particolarità del percorso, anche l'importanza di averlo come unico del genere al Sud Italia.

Il percorso tecnico può essere affiancato nella stessa giornata dalla visita all'antico Centro storico, al Santuario della Madonna delle Armi e alla Grotta delle Ninfee (complesso termale con acqua solfurea dalle buone e rinomate capacità terapeutiche) . PER MAGGIORI INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI USCITE TEL: 333/8271599